The words fall out like fire and believe, when you can't believe anymore...

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martedì 13 luglio 2010

Il caos di Toronto

Nel corso degli anni ho imparato a non dubitare mai di parole e opere del "santone" Bryan Colangelo però la sua gestione dell'ultimo paio di anni di Toronto lascia perplessi. La perdita di "RuPaul" Bosh ci può stare, trattandosi della stella più inutile della Lega e con una conoscenza del basket paragonabile alla mia del curling, ma resta il fatto che lo si è lasciato andar via con un sign-and-trade in cui però hai guadagnato praticamente nulla - e ad oggi senza averlo sostituito adeguatamente.
Quello che sembra grave è la apparente mancanza di un progetto di medio periodo a guidare le scelte societarie. Emblematica la questione-playmaker. Il dualismo Ford-Calderon, nei primi due anni del Mago ai Raptors, produce discreti risultati. Nel 2008 si rifirma Calderon e si spedisce Ford -elemento problematico e con una comprensione del gioco rasoterra- ad Indianapolis. Mossa condivisibile, ti liberi dello spacca-spogliatoio/maròni e promuovi a titolare un giocatore altruista che a sprazzi ha dimostrato di poter essere tra i migliori play della Lega. Bene, no? No, male, perchè, invece di farlo diventare il faro della squadra, nella tragica stagione successiva lo accantoni progressivamente, arrivando al paradossale in questa annata in cui spesso il play spagnolo si è accomodato in panchina per far spazio all'amichetto di Bosh Jarrett Jack, onesto mestierante e discreto difensore ma nulla più. Ma allora si punta su di lui o no? Dice: "difende male". E lo sapevi anche prima e non è che un certo canadese che gioca tra i cactus difenda meglio. E comunque allora non lo rifirmavi o, se ora te ne sei pentito, fai come fanno tutti, lo metti in vetrina e poi lo scambi. Non lo fai svalutare come una Fiat degli anni '90 dietro un giocatore di secondo piano come Jack.
Poi c'è la questione del coach, con il tragicomico affaire-Mitchell, coach pessimo rifirmato a forza in seguito ad un premio come Coach dell'anno vinto per motivi misteriosi e poi -logicamente- silurato l'anno dopo per far posto... ad un coach vero? No, al suo secondo, Jay Triano. Morale della favola: da quattro anni a Toronto non si vede un progetto tecnico-tattico serio, la squadra è senza personalità e gioca mediamente male ed è difficile in queste condizioni pensare di poter giudicare il rendimento dei giocatori senza poi pentirsene.
Troppi cambiamenti di idea, non discuto gli azzardi perchè il mestiere di un gm è fatto anche di quelli ma ci vuole una coerenza di fondo che a Toronto non si vede. Ora, alla luce delle ultime notizie, il quadro prevede Jack in regia, niente stella, via il Turko, dentro uno che non si distingue per allenabilità (Diaw), Barbosa che più che dalla panchina non può partire e Chandler che è Chandler, ovverosia un buon giocatore limitato. Ahia.

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