The words fall out like fire and believe, when you can't believe anymore...

The words fall out like fire
and believe, when you can't believe anymore...

mercoledì 21 luglio 2010

PERSEFONE - Shin-Ken (2009)

Progressive Death Metal

What these guys from Andorra have been able to accomplish with this Shin-Ken is incredible. I don't think I can recall another album as violent and sometimes even brutal as this one and yet at the same time so accessible and easy to listen to.

I've read of comparisons to Opeth but in my opinion the two have not much in common. Where Opeth is slow-paced and atmospheric, with arpeggios and clean vocals to build up a sort of evil feel, Persefone is fast and brutal, with classic metal guitar and keys solos, Vocals are also very different. Persefone's are higher-pitched and sit half way between death and black metal. What they do have in common is a passion for extreme music and long tracks, as well as the incredibly high quality of their output.

You can't really categorize Persefone and their musical offer. They sometimes have something from Meshuggah but are way more accessible and less djent and overall sound more classic progressive rock. This looks like the perfect mix between brutality and accessibility. Many have tried, but few managed to find the right balance. Persefone lead this list.

The biggest quality of Persefone is the aforementioned ability of sounding very heavy, both instrumentally and vocally, and yet so melodic. Death metal vocals, even some black metal passages here and there, and still after just one listen you'll find yourself humming riffs and solos. Another great quality of Shin Ken is its variety. The album is not a monolithic block of violence, you definitely won't get bored, as often happens with this kind of music. The pace varies a lot, you'll find clean vocals, symphonic breaks, acoustic parts, all perfectly written and executed.

Considering I am giving 5 stars to this, you can be sure the whole album is top notch but songs like Death before dishonour, Purity and the two masterpieces Kusanagi and Shin-Ken deserve a special mention.

If you like it heavy and are not scared of extreme vocals, go buy this album. It's amazing what incredible peaks some extreme bands are reaching nowadays.
This is the future. Hop in.

martedì 13 luglio 2010

Il caos di Toronto

Nel corso degli anni ho imparato a non dubitare mai di parole e opere del "santone" Bryan Colangelo però la sua gestione dell'ultimo paio di anni di Toronto lascia perplessi. La perdita di "RuPaul" Bosh ci può stare, trattandosi della stella più inutile della Lega e con una conoscenza del basket paragonabile alla mia del curling, ma resta il fatto che lo si è lasciato andar via con un sign-and-trade in cui però hai guadagnato praticamente nulla - e ad oggi senza averlo sostituito adeguatamente.
Quello che sembra grave è la apparente mancanza di un progetto di medio periodo a guidare le scelte societarie. Emblematica la questione-playmaker. Il dualismo Ford-Calderon, nei primi due anni del Mago ai Raptors, produce discreti risultati. Nel 2008 si rifirma Calderon e si spedisce Ford -elemento problematico e con una comprensione del gioco rasoterra- ad Indianapolis. Mossa condivisibile, ti liberi dello spacca-spogliatoio/maròni e promuovi a titolare un giocatore altruista che a sprazzi ha dimostrato di poter essere tra i migliori play della Lega. Bene, no? No, male, perchè, invece di farlo diventare il faro della squadra, nella tragica stagione successiva lo accantoni progressivamente, arrivando al paradossale in questa annata in cui spesso il play spagnolo si è accomodato in panchina per far spazio all'amichetto di Bosh Jarrett Jack, onesto mestierante e discreto difensore ma nulla più. Ma allora si punta su di lui o no? Dice: "difende male". E lo sapevi anche prima e non è che un certo canadese che gioca tra i cactus difenda meglio. E comunque allora non lo rifirmavi o, se ora te ne sei pentito, fai come fanno tutti, lo metti in vetrina e poi lo scambi. Non lo fai svalutare come una Fiat degli anni '90 dietro un giocatore di secondo piano come Jack.
Poi c'è la questione del coach, con il tragicomico affaire-Mitchell, coach pessimo rifirmato a forza in seguito ad un premio come Coach dell'anno vinto per motivi misteriosi e poi -logicamente- silurato l'anno dopo per far posto... ad un coach vero? No, al suo secondo, Jay Triano. Morale della favola: da quattro anni a Toronto non si vede un progetto tecnico-tattico serio, la squadra è senza personalità e gioca mediamente male ed è difficile in queste condizioni pensare di poter giudicare il rendimento dei giocatori senza poi pentirsene.
Troppi cambiamenti di idea, non discuto gli azzardi perchè il mestiere di un gm è fatto anche di quelli ma ci vuole una coerenza di fondo che a Toronto non si vede. Ora, alla luce delle ultime notizie, il quadro prevede Jack in regia, niente stella, via il Turko, dentro uno che non si distingue per allenabilità (Diaw), Barbosa che più che dalla panchina non può partire e Chandler che è Chandler, ovverosia un buon giocatore limitato. Ahia.

venerdì 9 luglio 2010

Il Prescelto a Miami

E così questa notte il Re ha comunicato ai suoi sudditi che raggiungerà Wade e Bosh (mettiamoci anche Rose) a Miami. Il proprietario dei Cavaliers Dan Gilbert ci ha messo poco ad offendersi e ha già dichiarato che: "He quit, not just in Game 5, but in Games 2, 4 and 6. Watch the tape. The Boston series was unlike anything in the history of sports for a superstar. Tonight we saw who he really is". Ecco, non proprio bella figura di Gilbert. Poteva risparmiarsi di fare la parte del bambino frignone al quale hanno tolto il giocattolino ed evitare di criticare Lebron, arrivati a questo punto. Se pensi queste cose -peraltro condivisibili- e hai le palle o le dici prima in faccia a quello che, ricordiamoci, è pur sempre un tuo dipendente o non le dici più. Fino a ieri avrebbe offerto la madre in dono al 23 pur di farlo rimanere (e probabilmente lo ha anche fatto, anche se il 23 avrebbe gradito di più un Bosh o un Amar'è), oggi "he quit". Morale della favola: nonostante i soldi, sono tutti piccole persone.

Ora, prescindendo dal fatto che io, fossi Lebron, a Miami ci sarei andato con Wade, senza Wade, agli Heat ma anche ai Dolphins, considerato che fino a ieri hai vissuto in una città amorevolmente soprannominata "mistake on the lake", la scelta lascia qualche dubbio. I paragoni sono subito scattati con i Big Three di Boston (+ Rondo). D'altronde qui si tratta di Wade-Lebron-Bosh (+ Rose). Però, a differenza di Boston, qui stiamo parlando di un illetterato del basket come Bosh e di due come Wade e Lebron che vogliono la palla in mano e non giocano sugli scarichi, oltre ad essere debolucci dietro l'arco. Dal punto di vista difensivo poi c'è un equilibrio tutto da inventare. Senza contare che i restanti 7 giocatori Riley presumibilmente li andrà a pescare nella primavera del Chievo, visti gli stipendi che chiamano questi qui.

Considerazioni/1: se al posto di Bosh avessero preso Nowitzki diventava un incubo tattico vero, con i due a penetrare e il tedesco ad uscire per tirare dagli scarichi (!!). Invece hanno preso quell'imbecille di Bosh e il suo tirino frocio dal gomito...

Considerazioni/2: quanto ci metterà Riley a stampare una sonora pedata sul culo filippino di Spoelstra e a prendere il suo posto?


il Crepuscolo dell'Intelligenza

Non se ne può più di vedere orde di donne fatte e finite impazzire per questa porcheria di soap opera moderna dai contenuti ridicoli. Un potente vampiro immortale che decide di passare le sue giornate niente meno che nella vivace e stimolante cittadina di... Forks, Washington.
Wait a minute, Forks, Washington?!? Eh?!? A scuola, per giunta. Quando si dice, una vita (immortale) buttata nel cesso. Non ci sono più i vampiri di una volta, evidentemente.
Sunnydale di Buffyana memoria era costruita sulla bocca dell'inferno, Forks invece esattamente sul buco del culo del mondo, ma loro si divertono lo stesso. Fanculo Vienna, Roma, Londra, Berlino... venite a Forks, Washington, patria della trota salmone!

Passi le ragazzine, vittime inermi e inconsapevoli del marketing, ma conosco TRENTENNI che sbavano su 'sti attorucoli efebi di 18 anni. Ma che cazzo, si riprendessero... Che qualcuno sguinzagli Blade dietro quel frocio di Edward Cullen, e poi ne riparliamo.

Parlando di pessimi film, è una delusione anche Avatar ma perlomeno è un'opera d'arte visiva. Poi su tutto il resto stendiamo un velo pietoso, ma una
raison d'être ce l'ha. E comunque questa storia che i "gusti degli altri" vadano rispettati a prescindere ha stancato. Se uno ha gusti di merda -e la merda badate bene che è oggettiva- è bene dirlo e pure forte. Questo buonismo populista politically correct da volemose bene a tutti i costi è l'alibi dietro il quale nascondiamo la terribile mediocrità e la dilagante ignoranza emotiva e culturale dei nostri giorni. Se così non facessimo dovremmo dare dell'imbecille a tre quarti di mondo. Ma d'altronde finchè non lo faremo ci sarà gente che penserà di avere ragione nel ritenere che Vasco sia una icona rock, Ligabue scriva poesie e sta cagata di Twilight sia un capolavoro. Ma basta! Merde!!!!